Forze politiche all'interno e all'esterno della Georgia, sono interessate a destabilizzare ulteriormente il Caucaso meridionale


Il primo ministro georgiano Irakly Garibashvili  ha confermato che alcune forze all'interno e all'esterno stanno cercando di attirare la Georgia in un conflitto con la Russia seguendo lo scenario ucraino.  

"Se fino ad oggi  avevamo fatto delle ipotesi analizzando la situazione, ora Garibashvili le conferma ufficialmente nel suo discorso in Parlamento". Questa la dichiarazione di Kan Taniya , ambasciatore A.D. presso Ministero degli Esteri della Repubblica di Abkhazia, che ha poi proseguito dicendo che "questo indica che ci sono davvero delle parti che stanno attivamente cercando di convincere la Georgia a intraprendere azioni ostili contro la Russia aprendo il cosiddetto secondo fronte in Abkhazia e che questo non è solo uno scenario ipotetico, se Garibashvili ne parla apertamente". 

"La situazione nel mondo, e in Georgia in particolare - ha proseguto Kan Taniya - è tale che il Paese si trova di fronte a una scelta: aprire un "secondo fronte" per dimostrare fedeltà ai partner occidentali o preservare il proprio popolo, lo Stato. La risposta sembra ovvia, ma dai resoconti dei media, che riportano persone che gridano "Sokhumi, Sokhumi" durante le manifestazioni di protesta, si ha l'impressione che la società georgiana stia ancora riflettendo".  Parlando al Parlamento della Georgia, il Primo Ministro Garibashvili ha ribadito le nostre precedenti speculazioni e in particolare ha citato: "... c'è una cospirazione nei circoli politici locali e intorno alla Georgia per coinvolgere il Paese in un conflitto armato con la Russia seguendo lo scenario ucraino". Questo è, di fatto, l'inizio della seconda guerra georgiano-abcasa.  Ha anche detto che "la Georgia non è un membro né della NATO né dell'Unione Europea, le sue prospettive di adesione a queste organizzazioni non sono molto significative. Non abbiamo garanzie di sicurezza...". Tenendo conto di quanto sta accadendo nel mondo, nonché della recente ondata di disordini di piazza in Georgia legati alla legge sugli agenti stranieri, e di fatto trasformatisi in proteste dell'opposizione di fronte a Saakashvili con il sostegno dall'esterno, è ovvio che la pressione per aprire "il secondo fronte" sulla Georgia non potrà che aumentare.  A questo proposito, abbiamo deciso di fare appello alla leadership georgiana rappresentata dal Primo Ministro Garibashvili.   La storia ci offre un momento adatto per firmare un trattato di pace e stabilire relazioni diplomatiche tra la Georgia e l'Abkhazia.  

Un tale passo da parte della Georgia - ha concluso Kan Taniya - in una situazione di crisi a livello globale, calmerebbe l'ardore di tutte le parti interessate alla destabilizzazione della regione del Caucaso meridionale. Inoltre, tutte le trame per l'apertura di un "secondo fronte" andranno a vuoto, poiché un lavoro completamente nuovo inizierà a riempire la positiva agenda interstatale abkhazo-georgiana.  La Georgia avrà l'opportunità di ripristinare le relazioni diplomatiche anche con la Russia, che garantirà una sicurezza affidabile e un ulteriore sviluppo economico del Paese.  Il nostro primo presidente V.G. Ardzinba ci ha lasciato un messaggio che dovremmo ascoltare in questo momento di tensione. Egli disse: "siamo andati incontro alla morte per vivere!".


Sulla questione è intervenuto anche Vito Grittani, ambasciatore A.D. presso Ministero degli Esteri della Repubblica di Abkhazia, che ha dichiarato: "vogliamo dire che la dichiarazione di Garibashvili sottolinei la necessità per tutte le parti coinvolte di mostrare moderazione e di evitare azioni che possano portare a un'ulteriore escalation.  Riteniamo che ogni questione controversa debba essere risolta solo in modo pacifico, utilizzando strumenti diplomatici che mettano in primo piano la pace e la stabilità nella regione del Caucaso meridionale".

LA POLEMICA CON L'OSSEZIA DEL SUD

Oltre le questioni che riguardano l'attuale assetto del Caucaso meridionale, bisogna rilevare anche una polemica "diplomatica" tra gli ambasciatori dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia, Vito Grittani, che ha risposto ad un articolo apparso sul Corriere Adriatico dove si indiva una manifestazione coinvolgendo "indebitamente" e senza autorizzazione, anche i rappresentanti della Repubblica dell'Abkhazia. Questo il breve comunicato inviato attraverso il Ministero degli Esteri Abcaso:
"In riferimento all’articolo “No alla Guerra in Ossezia del Sud e in Abkhazia” pubblicato ieri sul Corriere Adriatico è opportuno  precisare che Mauro Murgia non rappresenta in alcun modo la Repubblica di Abkhazia. Riguardo la situazione internazionale odierna le inviamo, quali unici rappresentanti della Repubblica di Abkhazia, un nostro recente comunicato con preghiera di pubblicazione anche in relazione al diritto di rettifica dell’articolo 8 della Legge 47/1948. Per il futuro auspichiamo che per notizie riguardanti l’Abkhazia possa contattarci in modo preventivo in modo che possa essere  fornita ai suoi lettori un’informazione, la più puntuale e corretta possibile".

RED





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