Hamida Ouled Slimane: è necessario accendere i riflettori sulla violenza prenatale e postnatale
Specialista nel campo delle neuroscienze, neurocriminologia e neuropsicopatologia clinica e forense, la Dott.ssa Hamida Ouled Slimane lavora per plasmare il futuro degli approcci multidisciplinari alla salute e alla scienza.Le sue iniziative si basano su studi avanzati e ricerche fondate su una prospettiva neurofisiologica e biologica, supportata da evidenze scientifiche. Hamida è specializzata in diagnosi, valutazioni neuropsicopatologiche cliniche e forensi, analisi neuropsicofisiologiche e valutazioni posturali. I suoi trattamenti riabilitativi multidisciplinari sono rivolti a bambini, adolescenti, adulti e individui in diverse fasi dello sviluppo.
La Dott.ssa Ouled Slimane è sempre stata guidata da una profonda passione per l'apprendimento e da un'insaziabile curiosità per la conoscenza. Il suo percorso accademico l'ha portata in tutto il mondo—da Parigi e Londra alla Spagna, alla Svizzera e all'Australia—dove ha studiato presso alcune delle più prestigiose istituzioni , tra cui la Sorbona, il CNAM (Conservatoire National des Arts et Métiers) e l'Università di Sydney. Il suo ampio background accademico abbraccia molteplici discipline, riflettendo il suo impegno per la crescita intellettuale e lo studio interdisciplinare.
Il suo percorso formativo, ricco e multidisciplinare, ha conferito alla Dott.ssa Ouled Slimane una visione d'insieme approfondita, consentendole di colmare il divario tra scienza, psicologia, medicina e criminologia. Con costante dedizione, La Dott.ssa esplora nuove prospettive per arricchire e far progredire queste discipline in continua evoluzione.
Il prossimo 3 dicembre 2025 presso la sede del Parlamento Europeo a Strasburgo, si terrà un convegno che si occuperà di un tema scientifico molto attuale e delicato, quale quello della violenza prenatale/postnatale e la protezione neuro-legale. Questo evento nasce da una iniziativa scientifica condotta dal PSAF a cui partecipano ASMI e Conecta Perinatal, SIMLA, Maternal Mental Health Alliance, S.P.E.S, A.I.P.U. e A.S.I.
L'obiettivo è quello di gettare le basi per l'Osservatorio Internazionale sulla Salute Mentale Perinatale.
Questo consesso di livello internazionale vedrà in campo la collaborazione di un team straordinario e il supporto di relatori e istituzioni di livello mondiale. Tra le pomotrici principali di questo evento, c’è proprio la dott.ssa L’abbiamo intervistata per approfondire meglio la sua personalità scientifica, il suo impegno come neuroscienziata e non solo.
L'intervista:
D: Dare una una protezione integrata per madri, nascituri e bambini è l’obiettivo principale del congresso che si terrà il prossimo 3 dicembre 2025 al Parlamento Europeo di Strasburgo. Ma perché questo tema in un momento dove le violenze passano attraverso il non rispetto di madri e minori, partendo dalle tante guerre che si moltiplicano in varie parti del mondo, ponendoci di fronte al problema ancora più grande che è quello del non rispetto dei valori di tutta l’umanità?
R: Il contesto del congresso che si terrà il 3 dicembre 2025 al Parlamento Europeo a Strasburgo, si occupa principalmente di dare un senso e uno studio costante a quella che è la funzione della protezione integrata per madri, nascituri e bambini. Quindi l'obiettivo principale è quello veramente di lavorare sull'importanza della violenza pre e post natale ed è un momento molto delicato della nostra società, dove ormai la tematica è diventata il fulcro eh insomma delle sofferenze umane e come presidente PSAF Francia e co-direttrice di questo progetto cruciale che si terrà al Parlamento Europeo, con tutta la mia équipe, non riusciamo proprio ad ignorare che la violenza che non è un fenomeno limitato. Cioè, mi spiego meglio: la violenza ormai è un approccio talmente evidenziato che dimostra di essere una malattia sociale, una forte malattia sociale piuttosto radicata in questo contesto. La violenza la ritroviamo in ogni genere e in ogni situazione, a partire proprio dalle guerre e dal non rispetto quotidiano. Questo è proprio il sintomo di una profonda realtà che è quella dell'indifferenza sociale.
L'indifferenza sociale porta l'essere umano quasi a non amare più e quando manca l'amore e quando manca il sentimento e quando manca la voglia e il senso dell'empatia e dell'ascolto verso il prossimo, l'essere umano smette quasi proprio di vedere l'altro come soggetto ricco di valore, e si sofferma sull'individualismo. È per questo che lavorare sulle cause non è un approccio legato al costruttivismo scientifico, ma lega ogni forma e ogni ambiente. Il congresso nasce proprio per agire sulle cause del dolore universale. La neuroscienza tra l'altro eh ci ha dimostrato che il trauma subito dalla madre in gravidanza non solo degenera in una creazione e una formazione neurofisiologica, ma dà un vero e proprio danno misurabile a livello di alterazioni neuropsicoposturale del nascituro, che questo purtroppo è dovuta da un accesso quantitativo del cortisolo che altera proprio il funzionamento neurofisiologico e accelera addirittura in maniera negativa più un funzionamento parasimpatico. Questo è proprio l'inizio di una catena di conseguenza e lo vediamo già in diverse fasi della vita di un bambino, cioè dalla nascita alla fase adulta. Il trauma precoce fondamentalmente getta le basi per un attaccamento davvero insicuro che si manifesta in diverse fasi della propria vita.
Se noi guardiamo nella fase infantile, questo crea delle vere e proprie difficoltà, non solo nel legame stesso con sé stesso, ma anche con la figura familiare, cioè dalla figura di attaccamento in questo caso la madre, ma porta proprio una degenerazione nello sviluppo del bambino in sé e per sé. Poi, quando rientra in un contesto scolastico, può, essendo un trauma generazionale, creare anche delle anomalie comportamentali, e se ci sono anche delle anomalie neurofisiologiche, dovute da un'anomalia emozionale di conseguenza, si richiude in una sorta di gabbia provocata dal contesto proprio psicosociale e ambientale. All'interno di un contesto accademico questo crea una forte frustrazione, per questo poi si decade, secondo il mio modesto parere, in un eccesso di diagnosi ormai del neurosviluppo. E quindi di conseguenza questo porta a una-a una ricaduta importante nella fase adolescenziale, perché eh si degenera quasi anche spesso nelle forme di dipendenze patologiche e comportamenti devianti, mentre nella fase adulta questo crea proprio uno sviluppo di veri e propri disturbi e incapacità di costruire proprio relazioni armoniose, efficaci e anche eh costruttive che in qualche modo formano il sé. È per questo che il nostro obiettivo, essendo io un amante delle neuroscienze, quindi una neuroscienziata, mi occupo quindi anche di studiare, l'importanza della medicina stessa. Ma il mio obiettivo principale, l'obiettivo che si è posto PSAP, è quello di lavorare in questo caso non solo sulla madre e il figlio, ma proprio sul contesto armonioso della famiglia stessa.Quindi andiamo ad includere i pari, cerchiamo di mmh poter creare un-un senso di unione e unificazione proprio da-da uno studio concreto che poi si farà successivamente nella fase eh diciamo nello step successivo, nella creazione di questo osservatorio internazionale, proprio per interrompere questa drammatica trasmissione intergenerazionale proprio del trauma.
D: In che ambito le neuroscienze e l’attenzione alle violenze prenatali e postnatali, unite ad una tutela giuridica e medico legale, possono contribuire al rispetto del valore generale della vita umana?
R: L'unione delle neuroscienze, della tutela giuridica e della medicina forense sono-sono un'arma importante che lavora su un aspetto multidisciplinare perché l'obiettivo è quello di integrare le diverse discipline che lavorano nel contesto e che lavorano sul paradigma contestuale dell'essenza. Quindi, l'obiettivo della multidisciplinarietà sta proprio nel costruire un'arma per dare concretezza e dignità a quello che è il senso del dolore e per proteggere il valore della vita fin dal concepimento. Perché sembra strano, ma la scienza lo sta iniziando a dimostrare di come già il pensiero stesso, già alla fase del concepimento, deve essere costruttivo pur di portare una vita sana sulla terra.Quindi l'obiettivo principale delle neuroscienze sta proprio di lavorare sulla prova, quindi fornire delle dimostrazioni scientifiche del danno che subisce quindi un feto e già nelle prime settimane e-e che diciamo porta alla crescita di questo bambino e come queste alterazioni di nuclei cerebrali fondamentali, eh in qualche modo, siano, ohm deliranti. Questo è essenziale per comprendere che fondamentalmente il trauma è la vera causa dietro a molte manifestazioni patologiche. E' per questo che la tutela giuridica e la medicina forense, a volte, è contro i paradigmi.
Perché parlo di paradigmi? Perché, sostanzialmente sono degli ambiti che si battono cercano di lavorare per tagliare e per abbattere questi paradigmi e queste etichette sociali che sono troppo radicate, secondo il mio parere. Quindi è importante e fondamentale iniziare a distinguere, come ho già detto in precedenza, quello che è l'eccesso di diagnosi del neurosviluppo, quando in realtà abbiamo di fronte un trauma, un vero e proprio trauma. Molto spesso ciò che viene etichettato frettolosamente come disturbo, in realtà è un dolore che è proprio sincronizzato nell'anima, è il risultato di un attaccamento insicuro, cioè che è dovuto a violenza o a forme di abbandono che sono molto molto devianti anche molto pericolosi. Quindi il nostro obiettivo, come PSAF, è usare l'importanza della conoscenza scientifica, dell'evidenza scientifica, dello studio, della dimostrazione, della capacità nel garantire che la giustizia veda, il paziente non come un malato da etichettare, come ormai la società fa, ma un'anima, una persona, un soggetto in vita e di qualità che è sostanzialmente portatore di un dolore che è capace di insegnarci tanti elementi che vanno compresi, vanno tutelati, per poter lavorare su tutto il suo contesto familiare. Quindi, credo che in conclusione bisogna iniziare a vedere la persona in sé e per sé e non un'etichetta, al là di ogni contesto che viene presentato oggi dalla medicina, grazie al progresso della medicina. Ci tengo a specificare che non sono contro ad alcuni aspetti scientifici e che semplicemente a volte giudichiamo o facciamo condanne senza realmente analizzare nel concreto.
D: Dott.ssa Hamida , dei suoi molteplici titoli accademici e riconoscimenti, quale pensa abbia contribuito maggiormente a darle la spinta emotiva che la avvicina a tematiche che, oltre ad avere un aspetto scientifico, hanno una fortissima componente sociale?
R: La spinta emotiva parte da una grande esperienza di vita, ma anche professionale. Abbiamo lavorato su casi di bambini con difficoltà scolastiche che, quando indagati attraverso il colloquio clinico – effettuato non solo sui bambini, ma anche sulle famiglie – mostrano un’alta percentuale di dolore cronico derivante dalla sofferenza che avviene già nella fase di gestazione o di gravidanza. Ho toccato con mano tante realtà, la sofferenza della gente, e questo mi ha portata verso un amore incondizionato nel voler veramente aiutare il prossimo. Questo è il mio obiettivo principale.
Non solo per dare risposte scientifiche ed essere utile nel paradigma scientifico e medico, ma per lavorare sull’aspetto emozionale che evidenzia l’anima. Quando tocco tematiche come abusi in gravidanza o nella fase infantile.Quando vivi traumi già nella fase infantile, sei portatore di scelte sbagliate in futuro; e quando fai scelte sbagliate, ricadi in contesti sbagliati e con persone sbagliate. È un susseguirsi di una catena generazionale che va oltre sette generazioni. Ho toccato con mano tematiche di ogni tipo: povertà, violenza, trauma di guerra e molto altro. Ricoprendo oggi il ruolo di presidente PSAF Francia e avendo ritrovato un grande professore come Raffaele Zinno – che ho sempre definito colui che emana una sensibilità unica e maestro di vita– come anche il professor Gaetano Agliata (mentore illuminato e pilastro d’ispirazione ), il grande scienziato Vincenzo De Cicco, (saggio sostenitore della scienza) il Prof Buffardi, il Prof Boscaino (Anime eccelse)…
Sono cresciuta con esperti che mi hanno insegnato non solo l’amore per la scienza, ma la tenacia e la voglia di lavorare sul senso dell’animo. Devo un grande grazie a loro e a PSAF, che ha permesso di continuare questo mio senso di vocazione verso il prossimo. Io utilizzo molto l'acronimo “l'anima che guida”. Mi sento molto la dottoressa del popolo, perché il mio obiettivo è aiutare gli altri. Se non si vivono certe cose, non si può capire.
Il mio lavoro con l’anima è incentrato sulla comprensione del ciclo del trauma: il danno iniziale crea attaccamento insicuro, che poi ripercuote nell’adolescenza con dipendenze patologiche e, nella fase adulta, con patologie cliniche. Mi occupo del paziente come soggetto in vita, portatore di emozioni e funzioni importanti che insegnano e trasmettono valori. Questa è la vera concretezza, per me: usare i titoli per comprendere la meccanica del danno attraverso le neuroscienze, l’attaccamento e l’anima, per lavorare sul senso dell’ingiustizia sociale. Viviamo un’indifferenza sociale che permette ai cicli di dolore di ripetersi costantemente. Manca l'altruismo, manca la comprensione, manca l’amore, che è il vero paradigma dell’esistenzialisml dell’ neanima.
D: Se fosse nelle condizioni di poter fare delle riforme in campo medico e sociale, quali sarebbero le prime tre cose su cui si concentrerebbe?
R: Questa è una domanda tecnica, e cerco di rispondere in maniera precisa. Le riforme che promuoverei sarebbero guidate dalla multidisciplinarietà unita alle neuroscienze, perché l’obiettivo è lavorare sulle cause del trauma, quindi sul paradigma e sulla funzionalità familiare, cercando di contrastare il fenomeno dell'indifferenza sociale. In primis si dovrebbe partire da una standardizzazione diagnostica oggettiva: l’evidenza del danno prenatale. Occorre introdurre linee guida e protocolli basati su studi neurofisiologici, neurologici, biologici , posturali e psicoterapeutici esistenziale. Il focus scientifico è cercare un’implementazione dell’analisi del rapporto con il cortisolo, un grande marcatore dello stress fetale, utilizzando anche tecniche di neuroimaging, come l’analisi dell’attività del locus coeruleus. Esiste già un articolo scritto da me e dal professor Raffaele Zinno, presidente PSAF e medico legale, dove lavoriamo sull’oggettivazione dell’alterazione neuro-psico-posturale. Credo molto nell'obiettivo dell'anima, quindi nell’uso di una prova esistenziale della scienza per comprendere il dolore e proteggere legalmente il soggetto dal trauma subito.
L'esistenzialismo è legato anche a un approccio psicoterapeutico che lavora sull’esistenza stessa della persona. È giusto anche attivare protocolli di neuromodulazione, un intervento precoce già nei primi giorni di vita. Ci sono tecniche di neuromodulazione come la TMS: ho pubblicato un libro sulla stimolazione magnetica transcranica e sul suo uso nella dipendenza patologica, poi ampliato all’aspetto medico-legale col professor Zinno, pubblicato con l'Archivio di Psicologia, Psichiatria e Neurologia dell’Università Cattolica di Milano. L'uso mirato di queste tecniche permette di capire perché emergono certe dipendenze patologiche o disturbi in età adulta, lavorando sulla prevenzione per riparare o compensare circuiti alterati dal trauma. Il focus deve essere sul rafforzamento di un attaccamento sano che faccia bene all’anima, e su un contesto armonioso per tutta la famiglia.
Dal punto di vista medico-legale, siamo concentrati sulla creazione dell’Osservatorio Internazionale. Questo renderà le risultanze neuroscientifiche e la valutazione dell’attaccamento un’evidenza prioritaria per la tutela dei minori. Ci si augura che l’osservatorio fornirà dati scientificamente validi per informare decisioni sociali e giuridiche che lavorino sul legame madre-bambino e sull’armonia del contesto familiare. Per me l'arma più importante è l'obiettivo dell'anima, l’obiettivo del cuore che fa bene al nesso: lavorare per abbattere paradigmi e dare spiegazioni concrete sulla tutela integrale, scientifica ed emozionale, contro l’indifferenza sociale, che è diventata un peso nella nostra vita. È davvero difficile. Sono una persona che quando vede due persone in abbracciarsi o baciarsi si emoziona. Mi emoziono tanto. Non è più un valore scontato. L’amore è un sentimento nobile che conoscono in pochi. Il mio consiglio è: amatevi, amatevi il più possibile. I vostri figli vi ameranno, si ameranno e ameranno gli altri. “In questa luce, l'amore non è solo un sentimento, ma la più alta forma di conoscenza e l'eredità eterna che lasciamo all'esistenza".
RED






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